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Mercoledì 10 Luglio 2002

L'Arena di Verona I Concerti del Chiostro. Gli straordinari talenti lirici Kotetsu e Takahashi conquistano il pubblico del Conservatorio Il Sol Levante ce le ha cantate Applausi per la performance teatral-musicale dedicata al Giappone
Arpa e voce umana. Il cortile del Conservatorio Dall'Abaco è stato protagonista per la rassegna "Concerti del chiostro" di un vero evento teatrale musicale, elegante gemellaggio con le sonorità del Sol Levante condensate in uno spettacolo raffinato e ottimamente curato sia dal punto di vista stilistico che dell'interpretazione. "Il Giappone e l'arpa", performance organizzata dal musicista, attore e regista Roberto Santini, ha proposto un viaggio nel mondo orientale attraverso l'esecuzione di canti popolari e liriche giapponesi eseguite dall'arpista Andrea Bonaldo e cantate da due straordinari interpreti ospiti nella nostra città per la singola occasione, il basso Kazuhiro Kotetsu e il soprano Nobuko Takahashi (nella foto Brenzoni) , marito e moglie che hanno studiato in Italia canto lirico e nel loro paese sono membri rispettivamente di Nikikai e di Fujiwara Opera, le più importanti realtà giapponesi di produzione d'opera.
La rappresentazione è nata col l’intento di far conoscere al grande pubblico le sonorità orientali e la storia della tradizione giapponese che ha riscosso l'ovazione degli spettatori che gremivano il chiostro del Conservatorio ed hanno applaudito a scena aperto una proposta davvero ad alto livello. Dalle corde dell'arpa di Bonaldo sono uscite note come ali di farfalla i cui testi prima sono stati letti con emozione e coinvolgimento da Roberto Santini e poi cantate da Kotetsu e Takahashi: storie di semplice quotidianità che parlano di mare, tempo che scorre, sonni tranquilli di bambini scanditi da ninne nanne arcaiche, pescatori al largo, conchiglie sulla spiaggia, nubi azzurre che contrastano con il plumbeo mar del Giappone.
Il koto, strumento tipico giapponese simile alla nostra arpa, non era presente ma le sue armonie sono state evocate magistralmente da Bonaldo che con la sua arpa si è avvicinato alla personalità tipica della "sorella giapponese": un salto nel passato con la macchina del tempo che ha permesso di viaggiare fino al XIX secolo, al tempo della dinastia Meji per tornare poi al presente con gli arrangiamenti di Torii Toshinori, compositore vivente. Tenerezza e vigore sono gli ingredienti di spicco nel repertorio del concerto e specie il canto della spiaggia "Hamabe no uta" ha suscitato nella platea una reazione a dir poco entusiastica. Dopo l'elegia, quindi, la commedia dell'arte ha offerto una prova eccellente da parte di Kotetsu e Takahashi che hanno interpretato "La serva padrona" di Pergolesi, genitrice di tutta l'opera buffa, coadiuvati dal vespone e mimo Stefano Vigo (regista dell'allestimento) e accompagnati dal valente Quintetto della Concordia di Rovigo diretto da Nicola Guerini. Il cavallo di battaglia del duo giapponese non solo ci ha regalato una prova di grande professionalità e talento, ma spensierati momenti di divertimento coronati dalla distribuzione di confetti da parte del mimo nei panni di Cupido con le ali: uno spassoso interveto del mimo che nella Serva Padrona si è cimentato anche nelle vesti di Capitan Tempesta sui trampoli.
Michela Pezzani 


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